Giorgio Pressburger
PASSATO, PRESENTE E FUTURO
“Voglio iniziare con un ringraziamento al destino che mi ha portato a scoprire per caso, cosa vuol dire veramente appartenere alla comunità umana dei vivi e dei morti”. - G.P.
Una vita avventurosa segnata dalla grande vitalità artistica e culturale, dalla costante attività di studio e ricerca, dalla propensione alla conoscenza, al confronto e al dialogo. Giorgio Pressburger, nato György (Budapest, 21 aprile 1937 – Trieste, 5 ottobre 2017) è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo e regista ungherese naturalizzato italiano, una delle figure più significative nel panorama culturale del XX secolo.
Un intellettuale mitteleuropeo senza confini dal forte spirito innovativo, figlio e protagonista dei grandi stravolgimenti del ‘900, di cui portava evidenti su di sé le cicatrici. La sua vicenda personale e familiare riesce magicamente ad intrecciarsi con la memoria del secolo, evocandone storie, violenza, arte e passioni.
I fratelli Pressburger con la stella gialla, Giorgio (a destra), il gemello Nicola (a sinistra) e il fratello maggiore. Centro Studi “Belli-Argiris” – Archivio storico del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” – Fondo Giorgio Pressburger
I Diritti D’Autore
Dal 2017, come da volontà testamentarie, Mauro Caputo, amico e collaboratore di Pressburger (oggi fondatore e presidente dell’Associazione), è il curatore dei diritti di tutte le sue opere letterarie, teatrali, cinematografiche, radiofoniche e giornalistiche, che tutela in Italia e nel mondo.
Su richiesta, l’Associazione fornisce informazioni su questioni relative al diritto d’autore, come la concessione di licenze d’uso, pubblicazione e riproduzione delle opere.
Giorgio Pressburger e Mauro Caputo alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia
La Collezione Pressburger
La Collezione rappresenta un omaggio a Giorgio Pressburger ed al suo ‘900. Realizzata e curata da Mauro Caputo, costituisce una rilevante raccolta privata di opere, documenti, oggetti personali, materiali storici e molto altro ancora. I materiali presenti riguardano inoltre alcuni importanti intellettuali, italiani e ungheresi, che hanno collaborato con Pressburger nel corso della sua lunga carriera internazionale, come il premio Nobel Imre Kertész, Péter Esterházy, Cesare Garboli, Claudio Magris e altri ancora.
Alcuni oggetti della collezione appartenuti a Giorgio Pressburger
L’Esposizione
L’Associazione promuove e realizza progetti espositivi dedicati alla valorizzazione della Collezione G.P., della memoria di Giorgio Pressburger e alla divulgazione della conoscenza delle sue opere.
In particolare l’esposizione “Un ringraziamento al destino. Viaggio nel secolo di Giorgio Pressburger”, rappresenta un omaggio all’intellettuale e alle sue tante prestigiose collaborazioni nel corso della lunga carriera internazionale. Una finestra sul secolo passato ed in generale sulla creatività umana. Un intenso percorso di riflessione che inizia dall’Ottavo distretto di Budapest, molto distante da una sequenza rettilinea e ordinata di eventi cronologici. Un flusso di coscienza che oscilla tra passato, presente e futuro, per scoprire come “tutte le vite, sono intrecciate l’una con l’altra”.
28/5/1974, G.P. riceve dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone il Premio Pirandello. Centro Studi “Belli-Argiris” – Archivio storico del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” – Fondo Giorgio Pressburger
La Trilogia - Sul Fondo Della Coscienza
Nel 2022, come omaggio a cinque anni dalla morte di Pressburger, Luce-Cinecittà ha riunito in un unico speciale cofanetto i film che vedono l’intellettuale come protagonista.
L'orologio di Monaco
“Un racconto cinematografico intenso e struggente, forte e discreto, che fa parlare non solo gli uomini ma anche i paesaggi, le cose, le tracce degli uomini passati sulla terra”. Claudio Magris
Il profumo del tempo delle favole
“Una testimonianza preziosa che si trasforma in un’indagine profonda dell’animo umano”. Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani – SNGCI
La legge degli spazi bianchi
“La trilogia si chiude con una emozionante riflessione testamentaria sul senso dell’esistenza, della memoria e più in generale della «insensatezza» della vita umana, cui non si riesce a dare risposte. Bello e commovente”. Paolo Mereghetti